martedì 20 aprile 2010

Il Verbo

Come un mangiafuoco, chiudi le fauci e contieni in te la fiamma ardente che appartiene alla mia essenza.
Nella giostra dei pensieri, piccoli destrieri si innalzano, su e giù, apparentemente disordinati, ma in realtà dritti e in fila.
Mi dispongo, e a farmi compagnia le lucine ad intermittenza del profondo.
Riparo i battenti dell'anima, scrutando l'immagine riflessa nello specchio di cielo, faccino all'insù, liquidi che salgono fino ad espoldere.
Provo a trovare arnesi funzionali e delicati. Dovrei fermare il flusso di emozioni che spazza la fragilità.
Il verbo che le tue corde e l'aria produce, è tagliente. Si insinua nel profondo, illumina lo spazio formatosi, quello aperto, di gocce rubino.
Cura dei dettagli che non mi appartengono. Paura di cadere. Paura di voltarsi e non trovare più quello che mi conteneva.
Appartenenza vera o presunta. Unicità e triste realtà.
Contestazione interna, per poi assaporare amare prelibatezze.
Tuonano le parole che adesso sono schegge fastidiose.
Bersaglio facile, fucile puntato. Il premio non sarà un orso di peluche.
Con la maglia strappata, e la testa dritta, ascolto il mio stomaco, ed ignoro la giostra.
Con Amore, MIA.

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