venerdì 24 dicembre 2010

Fluidità di anime

Vorrei non lavare il volto, vorrei che quegli odori, quell'essenza di te, rimanessero sulla mia pelle, incastrati nei miei tessuti.
Negli occhi c'è l'immagine di te, che si presenta in qualunque direzione io guardi.
Ho temuto, e ancora temo.
Ho creduto che la corda ci avesse lasciato ai due rispettivi capi, che più nulla ci rendesse complici, senza quelle intese che avevano contraddistinto il nostro Noi. Ho lottato per affermarmi all'interno e al di fuori. Mi sono appropriata di un taschino per diventare normalità, aggrappandomi con forza al mio sentire.
Il freddo è stato il mio compagno di questi tempi. La paura del non ritrovarsi, di aver interrotto quel dialogo che solo due anime complici riescono a tradurre,mi ha assillato.
Pensieri contrastanti come il volersi e il respingersi. Affinità difficilmente reperibile negli esseri comuni.
Ad un tratto le mani si intrecciano. L'orologio ricomincia ad inseguire i secondi, ed io mi abbandono completamente alla tua stretta amorosa. Non vedo nulla, nessuna parete, nessun pensiero, nulla mi distrae da te. Siamo fusi, mischiati, fluidità di anime che rapprendono in una formina umana . Il calore sale da dentro e scalda tutto.
Ho avvertito la tua presenza, l'ho stretta a me con ogni forza.
Abbiamo scritto un nuovo calendario, con un nostro Natale. Ho ricevuto i tuoi auguri, i tuoi baci, le tue carezze, gli sguardi. Ho assistito al tremolio degli occhi e alla lucidità della pelle. Mi hai chiamata Amore, e di questo mi sono riempita.
Nel mio io, il senso di te non si è mai assopito, e la mente ti appartiene. Faccio palline di emozioni e le colleziono nella scatola di cui tu possiedi la chiave.
Assaporo quanto sublimi siano le sensazioni. Quanto tu sia unico in ogni gesto.
E' prezioso ed inestimabile il tempo trascorso insieme e lo fotografo per riguardarlo ogni volta che ne ho voglia, che ne ho bisogno. Ripercorro la perfezione dei momenti, degli incastri, i sapori dolci e salati nostri amici e nemici; Faccio un sospiro, e ritorno al giorno che è, il tuo odore è ancora qui, mentre tu, tu, dentro ci sei sempre stato.

mercoledì 15 dicembre 2010

Chicco di Caffè

Mi assale un freddo che tutto gela e arresta.
Tremo e assaporo gocce gelate su labbra viola.
Ogni movimento è ingessato, e il sangue non scorre, è fermo.
Cambio sguardo, cambio occhi, utilizzo le due luci come fossero lanterne girevoli.
Posiziono i miei 49 kg in quell'angolo scaldato dal sole.
Osservo l'azzurro, il verde e le pareti.
Studio i dettagli della persona, e volo con i pensieri.
Incarnato come un biscotto dalla perfetta cottura.
Alta sagoma e morbido rifugio.
Calamita di emozioni e bersaglio di passioni.
Indumenti che svolazzono : venti fermi ma uragani di battiti.
Come fossi un chicco di caffè. Un seme diviso in due parti, ma dall'anima unica.
Avverto la fragranza e mi lascio inebriare.
Macchia e non rilassa.
Sazia e riempie.


Respiro Rotto

Scalata alle parole, e corsa ad ostacoli su destriero zoppo.
Attendo due periodi che esprimano attenzione e pensieri, ma li ricopre il silenzio e li colora il fumo.
Mi si comprime il cuore a tal punto, da sentire il sapore del sangue in bocca.
Tutto nel mio interno si restinge, si rimpicciolisce, rendendo impossibile il respiro.
Respiro rotto.
Gola stretta da mani invisibili.
Occhi coperti da bende metalliche.
La dura realtà affonda i sentimenti galleggianti.
Trovare riparo dentro le proprie braccia aperte e non rompersi le ossa in uno scontro a musi duri.
Colloqui fra coniugi incollati e ricuciti, e orecchie assorte.
Merito della delusione o della consapevolezza, oggi mi è estraneo quel "tutto e il suo contrario", non spero negli attimi rubati e negli occhi languidi.
Il poco che pesava quintali e che da tempo non si sente più.
Quotidiano negato, gesti infranti e parole rotte.Troppo nero a ricoprire e sporadici dettagli rossi.Potrebbe riaccendersi con poco, o forse no.
La frana del sentimento di sabbia.
Applausi finti e spettatrice solitaria; sullo schermo immagini ferme, e colori sbiaditi a raccontare di tempi non nostri.Faccia a faccia, il concetto di noi, dichiarazione di consapevolezza, e la non reazione.Scorgere, indagare le mie lanterne per concludere con un parere favorevole e nemmeno un appello. Nella mente la corrente è saltata, e tutto dentro è intossicato.Non vi è tolleranza per chi è ferito, e lo si invita alla vergogna.Non serve più l'impegno per piacere, il dettaglio per stupire, no, ora torna la natura.
Soffoco le mie arterie e faccio penitenza.

lunedì 13 dicembre 2010

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quando il mondo concentra i suoi pensieri verso te, ma per te il mondo è rappresentato da quell'unico pensiero mancante, quello che non raggiunge il tuo cuore, in quel momento ti accorgi di quanto male faccia la consapevolezza di non esistere.

lunedì 6 dicembre 2010

Tango maledetto

Mi ritrovo sul capo quella neve che raggela fuori e dentro, corpo e pensieri.
Nella lontananza cerco il segnale del mio esistere, e nella vicinanza ritrovo la mancanza dell'essere.
Graffio la mia scatola per lasciar spazio alla sensazione di pienezza.
Accarezzo la mia mano per confortare le pelli.
Nel susseguirsi di fiocchi bianchi, un alternarsi di pensieri neri, microfoni che trasformano soavi corde in voci metalliche, fredde e consapevoli.
Attendo che dai fori vengan fuori le note zuccherine, che semplificano senza complicazioni.
Cerco nei caratteri un calore che è paradossale ritrovare, ma che scalda più di una brace.
Trovo il modo di inventarmi senza camice da scienziato.
Alzo il volto e attendo ancora fiocchi candidi e lingue calde, mentre La mancanza e la passione danzano il loro tango maledetto sulle note della nostalgia.