lunedì 31 maggio 2010

La Scia

Scia lucida da seguire con passo veloce, e nervi saldi.
Ripercorrere la strada che il bagliore lascia alle sue spalle,lasciando che Pagliuzze dorate si fondino su pelli di nuova consistenza.
Numeri alternati si susseguono fino al termine della conta. Pari o dispari, l'incidenza è banale, al traguardo sventolerà un drappo di seta agitato dal forte scirocco.
I muscoli portati allo stremo, scattano al primo fermo.
Le braccia si allungano per stremare le intenzioni, e non le azioni.
Giungere e raggiungere, legare i fili alla scia, e montarvi sopra stringendo intrecci di bagliore come redini potenti.
Azzardi un tuffo in quel buco nero, che richiama il te più debole, con l'iilusione di facile benessere.
Resistere a quella esortazione procura buio nelle menti.
La forza ti accompagna dal giorno dell'inizio, donandoti quella metà che il grande scrittore, vuole concederti solo dietro lo specchio.
Ti completi bambina, facendo di uno il suo doppio.
Riempi quegli spazi della tua sostanza, e ti ami al singolare, con il gusto del plurale.

martedì 18 maggio 2010

Il Nome

Inchiesta sullo scheletro delle intenzioni.
Sostanza ibrida di indefinita meraviglia.
Contrasto acceso fra il ghiaccio caldo mio interno, e il distacco esterno a te naturale.
Falange puntata in alto, e intervento pronto a sviscerare gli strati di morbida e leggera sicurezza.
Nel tuo assolo mostri l'arte di esibirti con le estreme sintonie.
Armatura lucida e spada di zucchero per una battaglia che non conosce violenza ma sferra colpi di indefinibile.
Il vortice che il mio interno produce, spazza le polveri insidiose del temuto per pochi frangenti segnati dal reale.
E ora che i tuoi interrogativi sono stati ascoltati, adesso che la risposta non ti è stata risparmiata puoi dare il nome al tuo smarrimento.
La paura ti mostra poco attenta al suo dolore, ma è inganno che muta i volti e non fatto certo.

lunedì 17 maggio 2010

Ma Almeno Sono Stata

Tolleranza che non mi appartiene, ma che per questo "Noi", diventa mia naturale, primaria e preziosa virtù.
Mi ritaglio spazio in questo cerchio di fuoco che al di là del suo contorno è fiamma viva, e all'interno giaciglio colmo di tepore, che asciuga pelli fredde, non bruciandone i tessuti.
Conosco il mio posto e conto i passi a ritroso. Le conversazioni con me, non hanno mai suggerito gesti azzardati. Mai la mano ha dato ascolto alla volontà del grande Imperatore, quando questi suggeriva per saziare la sua fame, di udire la voce del suo custode.
Il custode è alla ricerca di sè. Non comprende che il vero sè ha avuto sempre dimora all'interno,solo la sua ombra non lo seguiva.
Ed ora che questa si è ricongiunta, lui si vede gemello.
Accettare di esistere è la sua sfida.
Reagire adattandosi, sarebbe come barare con Mr.Rubik.
La tua consistenza non è unione fra granelli, la tua composizione è solida unione fra tangibile e intangibile.
Reagire alle aspettative per dar vita, voce e luce alla tua ombra, sarà il tuo sollievo.
Non sarò Agua, non sarò cura, non sarò la soluzione, non sarò. Ma almeno sono stata.

venerdì 14 maggio 2010

Tremanti Germogli

Sollevare lo sguardo per trovare poco più in alto il gelo dell'inverno che annienta luci deboli e cuori tuonanti.
Vultus dichiara guerra agli ostacoli del lungo tragitto.
Il nero diventa ombra di sè, spezzando i tremanti germogli e rinforzando catene delle scelte che furono, aprendo così scenari sopravvisuti alle intemperie e rinforzati dalla impossibilità di fallimento.
Timorosa del verbo familiare, ondeggio, oscillo e rabbrividisco al pensiero di non essere il centro di te.
Conoscenza del tempo e della superiorità della sua natura; Piaceri che diventano obblighi, obblighi trasformati in pensieri pungenti che catturano menti vaganti nell'essenza dell'animo.
Trasferimento di oscure religioni del cuore, ragioni trasformate in comandamenti, e mani aperte. Il palmo della sinistra è pronto a ricevere, ma all'occorenza volta la sua indole tramutandosi in pugno chiuso.
Le romantiche vene pulsano Amore ai cuori fermi.
Le braccia scattano in movimenti isterici, e la bocca ride, forse fuori c'è il sole.

lunedì 3 maggio 2010

Ponte Tibetano

Ho definito il nostro Amore, "Ponte Tibetano".
Gli ho attribuito l'instabilità e l'insicurezza di quelle tre corde che lo compongono, e ancor più lo contraddistinguono.
Più le funi sono tese, più il ponte è stabile.
Più sono tese, meno preoccupante sarà l'oscillazione.
Ed ecco che tornano le corde ed i percorsi a piedi alternati.
Mi sono accorta dell'impossibilità di nutrire sentimenti che non siano amorevoli nei tuoi confronti.
Ho capito che è facile perdere il controllo, e altrettanto ritrovarlo.
Oggi, soffio forte. Soffio sui miei pensieri per allontanarli.
Pretendo collaborazione da loro, devono ascoltarmi ogni tanto, e stare in silenzio.
Attendo che la rotazione avvenga completamente, ora il mio satellite naturale rallenta, ora si velocizza a ritmi frenetici.