venerdì 24 giugno 2011

Moleskine

I colleghi, quelli lontani, chiamano per donarti parole che sanno di stima e partecipazione, i colleghi quelli più vicini, approcciano con delicatezza ed esprimono il sentimento che al momento circola al loro interno.
Io, che mai avrei creduto vivere questa vita così, parlo da quì, dal mio mondo. Quello che appartiene esclusivamente a me, e che nessuno potrà
rimuovere, distruggere o cancellare.
Non ho la forza per reagire, non riesco ad affrontare con uno spirito diverso da questo, tutto quello che da tempo mi sovrasta.
Occhi consumati che raccontano di disperazione, e corpo liso.
Vedo in te lo stesso uomo perfetto che rispecchiava il mio esatto incastro.
Vedo in te la durezza e la disperazione. La tristezza e la rabbia.
Avverto il dolore e la fatica dei lavori. Cantiere aperto per ricostruire ogni pezzo di te.
Vedo la sete di vendetta e la fame di verità.
Assisto alla voglia di fuggire, di ricominciare, e alla strizza di doverlo fare veramente.
I progetti accelerati e le indagini sul futuro.
Istinto primordiale e angoli di nuovo in lontananza.
Giornate corte vanno incontro a pensieri lunghi. Pensieri Infiniti.
Stessa condanna al tramonto degli occhi e al loro risveglio.
La tua luce è martellante e il tuo ricorco incombente.
Mi destreggio fra coltelli volanti per non ferirmi maggiormente.
La mia preoccupazione adesso non sono io, non è il mio dolore, nonostante il rumore che questo faccia.
La difficoltà nell'interloquire sulle mie sensazioni è sempre stata dannatamente sfacciata, ed oggi, lo è ancora di più;
Ma anche questo poco conta, perchè non importa quali siano le difficoltà, le amarezze, la disperazione, io vorrei poter dare sollievo a te e a nessun'altro.
Metto in gioco le mie sicurezze, faccio appello al vecchio te.
E' come quando lasci andare le dita sulla sabbia bagnata, creando quei solchi profondi quanto il peso della tua stessa mano e pian piano il mucchietto laterale cade giù e lo rende meno profondo.
Oggi sei come l'aratro in mezzo alla maggese, semini in attesa di rendere fertile quel terreno.
Ho indossato i tuoi pantaloncini grigi, quelli confezionati con carta A3 e cuoricini. Non hanno il tuo profumo, ma sono stati i tuoi.
Ho riletto i documenti preziosi che raccontavano di te e di noi.
Ho scrutato le foto e i filmati.
Perchè, perchè tutto questo.
Perchè questa fine devastante e tanta sofferenza.
L'anima è anch'essa di vetro e densa di fratture.
Non consoco i risvolti, le conseguenze, le scelte e le nuove identità.
Non conosco le tue ambizioni per il futuro, per il nuovo.
Non consoco nulla ma spero. Sì, spero nella rinascita a nuovo Uomo.
Spero che tu riesca ad incollare i pezzi ed accorpare le tinte.
Spero che, una volta ricostruito e ben saldo, il tuo mondo, sia quello che ti renda felice.
Spero che gli sforzi diano poi la spinta per essere orgoglioso e appagato.
Tu, che non sei mai stato veramente soddisafatto di quanto possedevi, che con la mente sei partito senza alcun bagaglio ma con la sola voglia di ricercare il tuo senso e posto, tu che sognavi tramonti rossi e pelli nere, che hai amato a tuo modo donne diverse e situazioni contorte, a te che sei strepitoso tutto libero, io auguro di riuscire nella tua battaglia, di apprezzare ciò che ritroverai fra le mani riconducendo in esso la felicità data dal piacere e non dal dovere, dalla volontà e non dai contesti, dalle scelte e non dall'educazione.
Ti auguro di trasferire in quello ogni sogno e desiderio, e che i musi lunghi e i malumori siano solo ricordo di un tempo passato.
Ti auguro che tutte le meraviglie del mondo si concentrino per dare spazio all'unica meraviglia residente in te.
Ti auguro anche di poter scrollarti di dosso ogni peso e metro di misura, e l'unico in vigore resti quello rappresentato dal tuo complesso IO.
Sono certa che, Il tuo garbo, la gentilezza, la nobiltà d'animo e le pareti lisce non avranno mai fine e che il nero non prenderà mai il sopravvento.
Non è un'auspicio, è una certezza.
Non nutro dubbi sulla tua affermazione professionale, e riuscita individuale; sulla fabbricazione di nuove fondamenta su vecchi progetti.
Ti dono una Moleskine virtuale, e lascio aperto sulla prima pagina candida. Nel mezzo fra le due, una Lapis. Ecco, vorrei fossero i tuoi nuovi attrezzi del mestiere, vorrei tu usassi quelle righe bianche per riscrivere la tua storia, e tutte le avventure.
In quella nuova storia, Non ci saranno affari grandi, persone belle pulite, non ci sarà nessuna Scim.Mia, non si potrà attingere ad un Nascondiglio, tantomeno riposare su un divano rosso. Nessun quinto giorno o bevute rubino. I gelsomini non profumeranno, e gli chef riposeranno. Le Gold touch non subiranno razzia, e la Perugina non farà visita puntuale alle 24. L'Edonismo non coinvolgerà nessuno dei sensi, ed i protagonisti saranno due, al massimo tre.
Niente più uguale, nessuna scena ripetuta, ma una sceneggiatura nuova.
Tu, protagonista, regista e comparsa.
Il reale attorno, ed il bello dentro.
Che tu possa danzare su di un manto di cotone, che le tue estremità siano leggiadre, e che le piume, quelle del pavone, non smettano mai di uscir fuori. Sguardo fiero, pancia in dentro e piumini fuori.
Con lo stesso Amore di sempre, pciù.













































lunedì 20 giugno 2011

Petali sul palmo e occhi annegati

Ho conosciuto chi, forse nella realtà non esiste.
Ho vissuto momenti perfetti con la proiezione di un pavone. illusorio.
Un Orso mascherato da Dandy, con un cuore ed una espressione Magnum.
Io, la tua Meraviglia vesto nella tua mente solo i panni di Grimilde.
Fatico ad abituarmi a questa nuova realtà.
Rievoco quelle braccia, quel cingere, quello scambio di immensità che solo questa unione era riuscita a dar vita.
Anime in comunicazione diretta.
Chiedo collaborazione alle mie mani, e tregua ai miei pensieri.
Non un corpo da calibrare, ma nuova materia da plasmare.
Indossiamo un camice da medico per curare i mali dello spirito e del cuore. Le lacerazioni della carne e i fori immensi nello stomaco.
Rattoppiamo ognuno per sé con fili orditi ad arte per ferite irrimediabili.
Subisco la tirannia del tempo e delle scelte altrui.
Vivo nei ricordi e nella certezza del non esistere.
Non conosco più i pensieri e tiro i dadi auspicando nella faccia giusta.
Dove sono quei sentimenti.
Dove sono quei mari calmi e tempestosi, quella voglia e quello scorrere.
Dove finisce tutta la meraviglia.
Nel nulla. Tutto svanisce dinnanzi al crollo delle certezze.
La paura rende chari i pensieri, e limpidi i desideri.
Non è come sembra, non è come vogliono far credere.
Ma per te la trama è un'altra, e poco contano le parole. Le mie.
Pago i debiti e i conti di tutti.
Impossibile sentire, improbabile credere, e soprattutto incomprensibile.
Sono in fila, attendo il mio turno masticando la sabbia portata dal vento.
Ingiustizie ed inganni che raccontano di fallimenti .
Vago fra spazio e luce che rendono stretti i corpi e ciechi gli sguardi.
Accarezzo ognuna di quelle parole ed il loro riferire.
Conosco le correnti e in esse mi lascio andare. Il vento della malinconia, e la polvere di tristezza.
Un risveglio brusco da una sogno che canta la realtà.
Mi chiedo cosa scorra adesso in quelle vene. Quanto sia stato tramutato in disprezzo e quanto in odio.
Io, guardo da fuori il mio cuore diventato nero per i lividi e le botte, e soffio controvento per superare il freddo proveniente da quel muro.
Petali sul palmo e occhi annegati, tracce di un passaggio di sola andata e mai ritorno.





lunedì 13 giugno 2011

La casa col tetto di vetro

Come una macchina con gli sportelli ed il portellone aperti.
Come una casa con le pareti e il tetto di vetro.
Come un corpo senza pelle con arterie in bella vista.
Come se le arterie, le vene, ogni tratto di me fosse libero da copertura.
Come un nascondiglio senza le sue parole.
E' come se tutto fosse trasparente.
Occhi indiscreti a sbirciare.
Mani estranee che spogliano senza alcun permesso, perchè il corpo è già nudo.
Chiunque controlla cosa accade nella casa col tetto trasparente, chi guida l'automobile, quale arteria stia pulsando, e quale organo abbia arrestato il suo vivere.
Mi ritrovo a respirare l'aria al tuo passaggio, per riempire i mie polmoni della tua essenza odorosa.
Mi avvicino con attenzione alla seduta, per avvertire tracce di calore.
Una goccia del "68" e un doloroso sprofondare nelle sue note.
I pensieri si rincorrono, improvvisano girotondi su filo spinato.
Raccolgo i miei resti disgregati, sbrindellati.
Cammino a braccio con il mio fantasma.
Colpi inferti con lame affilate e sapientemente avvelenate.
Assisto alla programmazione di uno spettacolo contraffatto. Ne sconosco il crudel Regista e mi ritrovo le mani sporche di sangue.
Una trama ordita per creare dolore e malessere.
Una fine imposta per volontà del malvagio.
La distruzione, la disgregazione. L'annullamento del proprio io.
Vite inutillizabili, demolite, rase al suolo.
Intenti spezzati come le vite ed il loro originario entusiasmo.
Ripercorro le parole per trovare loro ordine e senso. Vago dentro i miei ricordi, e il dolore si fa forte, devastante.
Accettazione naturale di una fine prevista ma non con questi modi. Rifiuto di apparire come l'artefice di questo male infinito.
Mi astengo dall'accusare fino a certezza; ma dentro me sollevo pesi estremi e rincorro la verità.
Derubata di ogni mio bene. Mi fa male persino il mio stesso respiro.
Il mondo non potrà mai comprendere il danno provocato, il dolore, lo smarrimento, la perdita di direzione.
Vorrei quel cuore pulsante fra le mie mani. Vorrei poter aprire cuori e menti per trasferire le mie verità, le mie certezza e lo sconforto dato dal sapere che tutto quello costruito adesso è solo cenere, macerie; è solo polvere su un piano bianco. E' come fumo dentro una stanza chiusa.



































mercoledì 8 giugno 2011

Irremovibile

Il vento disse al mare di calmare il mare alzò gli occhi e sussurrò al sole di scaldare il sole supplicò la luna di tardare la luna chiese alle stelle di vibrare le stelle implorarono i tuoi occhi di non guardare...

Mi faccio schifo, come uomo e come persona. Detesto me stesso, le mie vene e il sangue marcio che in esse scorre. Detesto la voglia di vita, il suo puzzo costante dal tintinnio esuberante e scadenzato dai

Sai forse anche io riesco meglio ad esprimere le mie sensazioni scrivendo, provando a buttare giù, di fretta ed in modo confusionario, pensieri e sensazioni. Questa mia, vuole essere risposta alla tua amab

Aspettando un tintinnio di chiavi su di una toppa nella penombra di una stanza diventata castello o piccolo covo di anime, a contare le linee sul pavimento sforzandosi di attribuire normalità a ciò che ass

Mi sento così : ho il mio mondo rivolto su se stesso, con l’interno oggi esterno e con le cuciture in vista. Ho la sensazione forte e crescente che il mio posto nel mondo sia solo quello del garante dell

Mi prendo una pausa dal tempo, da questo tempo che mi schiaccia dentro e mi opprime, oggi più di ieri. Mi prendo una pausa e scrivo, o meglio ti scrivo. Scrivo in questo spazio, da tempo lasciato solo e ab...

Sono in macchina e mi tremano le gambe, si tremano forti e decise. Ho le palpitazioni alte e la mia mano sinistra trema, indice e medio si alternano in una danza stretta come le gru in amore. Come sempre m...

Che tu possa sempre essere padrona della tua vita e non sentire mail il peso sulle nude mani di vite altrui. Vivere uno scontro interiore e lasciarsi trasportare dalle sensazioni alternate per non sprofond...

A breve volerò via, tra quei binari fatti di rame e piantati nel suolo con chiodi di fragile vetro. A breve andrò via, scomparirò nel silenzio di tessuti di carne e nervi comandati da involucro pensante. M...

Non pensavo mai, nella mia vita, di dovermi sentir dire mostro. Non mi appartiene questa parola, non la sento mia, ma forse sbagliavo e dovrei rifletterci sopra, con calma. Ho deciso, in modo autonomo e se...

Nascondiglio abbassa il sipario. Le luci diventano soffuse nella sala e li, seduta nel centro, unica spettatrice. Passano le immagini veloci di questo luogo meraviglioso tra piume di pavone, cristalli di l...

Ho visto spazi infiniti e ne ho staccato i petali ad uno ad uno dal centro tondo e ruvido come nero tartufo. Ho posizionato tappi di sughero sulla scacchiera nera e grigia della mente mia e un'onda ne lava...

Addento lembi di carne tremula e graffio pelle di cellulosa. Vola la mente su trampoli alti come grattacieli e il tempo per un attimo si ferma. Calano i venti e gli uccelli smettono di cinguettare. E’ il mo...

Esplodo da me, esco fuori dai miei contorni e mi osservo. Ho superato da tempo i confini del corpo per abbracciare gli spazi di questa testa pazza e confusa. Oggi mi sento così, come sospeso fuori da me, o...

Spazi, attimi, profumi, ricordi, incontri d’anime, speranze soffocate, senso di vuoto, vertigini, girotondi, cadute verso l’alto, castagne, ciao, sentire, ti sento, macchie interne, evasione, occhi spenti,...

Ho dato me, la parte di me che potevo dare, quella libera e accarezzata da brezza marina. Ho dato la parte di me fatta da parole vere, da ricerche continue e con la voglia, desiderio, passione nel trovare ...

Eh si, si si………………………. eh si, si si” Rimbombi nella testa come intermittenze continue. Pensieri avvolti dall’assenza di te e il cuore come un bimbo al cinema, seduto penzoloni con in mano un cesto di croc...

E’ la mia vita che ruota attorno a pianeti di cartapesta, lungo traiettorie disegnate da lapis numero tre. Respiro aria di scappamenti bruni e sento frastuoni di Vita più leggera grazie all’estate ormai gi...

Angoli di leggerezza abbracciati stretti stretti a spicchi di sole. Onde dalla cresta di panna caramellata da mani attente e meticolose. Sfoglie di mandorle a cingere viottoli su promontori soffici come nuvol...

Una mano stratta in un pugno e uno sguardo rigido che chiede il perché. Un silenzio lungo e fatto di respiri profondi a dettare il tempo e ancora perché?, perché? Sensazione che il monologo cinto di smarrim...

Penso a Te, alle tue parole, ai tuoi sbuffi di insofferenza vera e al mio mare nero. E' vero, è come per quei naviganti che solcano mari tempestosi e vedono all'orizzonte tratti di coste protette da merav...

E’ un deserto rosso, fatto di dune dalle punte arrotondate con il vento in cima che soffia e sposta. Nel mezzo io, con il mio io in panne e poco carburante nelle vene. Convinto di superare la landa desolat...

Immutato nel senso e dritto avanti mi vesto. Guardo pareti di carta e di cupi colori imbratto. Vuoto e nel vuoto sprofondo senza canapa da tenere. Mi manchi nello stomaco contorto di chi pauroso vive. Fuochi...

L’arabo corre avanti ed indietro e il suo pungente odore sale lungo il mio petto. Bava alla bocca e galoppo sfrenato alla ricerca di attimi di verità. Formato nel quotidiano e vestito di convenzione annuso ...

Ha il profumo del gelsomino sui polsi e lungo le vene del prezioso sostegno. Ha movenze di elegante tessuto e a tratti di ricordi da bimba. Ha occhi color miele d’acacia quando il cielo è pronto a piangere...



Tempo Pepe nero Profumo Perdersi Mi sento così Girotondo Come le gru............ Che tu possa LA NERA SIGNORA IL MOSTRO INCHINO
"Ho": prima persona presente singolare del verbo avere IL VELENO DELLA LIBERTA'
viaggiatore con la sabbia sulle labbra 23/24/25 luglio 2010 (new time)
I profumi dei gelsomini Seme di Tarassaco Basta un attimo, basti tu
Noi la, dove suonano i maghi MANO STRETTA IN UN PUGNO FARFALLINA SENZA LE MUTANDINE MASCHERE DESERTO DI FUOCO Ciò che non ho!
LA mia MIA