mercoledì 24 marzo 2010

Deliranza

Vado a dormire con un pò di amarezza nel cuore. Il mio al momento è un cuore tarlato.

Mi trema l'anima e il corpo che la contiene.

Disegno cerchi con la mente per la sola soddisfazione di poterne chiudere almeno uno con me dentro.

I pensieri corrono e sorpassano a vicenda, ma nessuno troverà parcheggio alla fine della corsa, il loro destino è inseguirsi.

Batto il tempo con le mani, e non tanto per scandirlo, quanto per scaldarmi visto il freddo che mi prende.

Mi chiedo se è giusto non parlare del cielo nero che ho dentro, per preservare l'altrui benessere. Notte Amore mio, questo messaggio diverrà un post.

martedì 23 marzo 2010

Cronaca Di Un Nettare

Il colore è carico. Il suo retrogusto anticipa i fiori appena colti, e profumi di agrumi maturi.
Dal carattere forte, si avverte un leggero miele, e foglie d'arancio.
Wine experience? uhm...anche.
Cronaca di un nettare, per raccontare di Te.
Quel vino segregato nel suo penitenziario. Un tiretto lo contiene e lo detiene. In attesa che arrivi un tempo che non sarà mai suo, si illude di perfezionare la sua struttura in quel ricovero occasionale. Unitamente nell'avversità, due vesti blu profondo. quando il silenzio vanta la sua proprietà loro prendono vita. Brindano alle idee, danzano stretti in un amplesso di anime barcollanti. Il pregiato intreccio di tessuto importante, morbido, lucido e sofisticato, si adegua pienamente al pensiero che fu, al concetto che la piccola corda ebbe del suo artista.
Ad assistere , due occhi sgranati di un fantoccio apparentemente svuotato. Con le luci basse prende vita persino lui, il piccolo robot, si gode lo spettacolo.
La stanza fredda, dimora del tiretto, diviene rettangolo illuminato; l'amanuense non è più tale, ora è morbido giaciglio; il sofà, incontro di batuffoli sui quali poggiare capo e corpi sudati; il telo appeso non separa la vetrina dal mondo esterno, divide le carezze dalle botte di reale tristezza.
La mappa è adagiata sul percorso minato.
La chiave, custodita da un velo impregnato di sogni.
Lo specchio, riflette il volto di chi non conta tra i presenti, volto incastrato e trattenuto nel tempo trascorso, passato e problematico; le sue mani, studiate dall'esterno, rappresentano arti da pensare quando i giorni trascorreranno lontani.
All'alba delle nuove ventiquattro, ognuno prenderà il proprio posto. Tutto in ordine, tutto in riga.

sabato 20 marzo 2010

Ubriaca (....)

Ieri mi parlavi del desiderio di voler abbattere la percezione del tempo e dello spazio. Oggi vi è stato un momento, in cui la gente attorno non esisteva, eravamo io e te. Io, te e i nostri discorsi. Occhi chiaccheroni, sguardi traditori, lanterne illuminate meravigliosamente. Difese annullate. Abbiamo parlato con la libertà che solitamente non ci appartiene. Quotidianità insolita, tempi lunghi sfruttati al massimo.
Ti ho assorbito in questi giorni, ho tentato di prendere il più possibile della tua meravigliosa essenza. E come sempre, faccio mio tutto di te, buonumore e malumore, ansie e allegria, distacco e vicinanza. Ho percepito quel senso di fastidio, rabbia e competizione misto ad ammirazione ed affetto che sono certa tu abbia provato in un determinato momento.
Ho sentito la tua voglia di me, che in realtà è voglia di noi.
Poi le tue domande, una definita "scema", ma che di scemo aveva poco, e di pensato molto.
Ho sperimentato la tua vicinanza, il camminare uno accanto all'altro, ho amato le tue accortezze e le attenzioni.
Un susseguirsi di flùte. Mandavamo giù, e tiravamo fuori le parole ben riposte. L'alcool non si impadroniva di me, ero ubriaca sì, ubriaca di Te.
Le tue mani calde e delicate, hanno stretto le mie e trasmesso la loro forza e passione. Comunichiamo con due dita alle spalle del mondo.
I baci tanto attesi, minuti di conversazione fra corpi tremanti.
Voglio provare a disinserire quel codice di protezione che frena me e limita il tuo studio.
Voglio provare ad annullare il processo immediato di attacco.
Io ci provo.

venerdì 12 marzo 2010

Ingorda di Te

Vorrei tu bevessi quella pozione che concede solo una volta di diventare piccolissimi, e facessi un giro dentro me.
Vorrei tu vivessi quella mia sensazione di vuoto che parte dallo stomaco e sale su per la gola, quando qualcosa non gira. Quando tra noi si inceppa il meccanismo.
Sarebbe utile renderti partecipe di quello che avviene quando la lontanza mentale prende il sopravvento, del blocco immediato della gioia in entrata.
Cominciano ad affollarsi le menti, domande si insinuano lasciando posto a paure identificate.
Basta uno sguardo superficiale per indagare nell'intimo, e sapere che qualcosa non va.
Basta un attimo per ricordare che alla prossima esecuzione, la prima testa a saltare sarà di nuovo la mia
Poi ti muovi, sposti l'aria, e sotto quella sabbia che ricopriva, trovi vittima e carnefice.
Artecife di guai, discussioni, momenti gioiosi.
Ci si sfiora e tutto si accende.
I pensieri giungono all'altro prepotenti e ricchi di Amore.
Ora si rinuncia, ora diviene necessità la certezza che l'altro ci sia.
L'almanacco segnato da un cuore, proprio come fosse il diario di un'adolescente; Tu lo osservi con aria interrogativa, non percependo che quel segno sei tu.
Ignoro il cigolìo, e presto attenzione e mi dedico a te.
Mi avvicino e se non trovo uno spazio, chiedo permesso. Sono ingorda di te, ma non devo abusare, la necessità è proteggerti, e lasciarti decidere il menù.
Io so quanti colori ti compongono. Sò che sei complicato e non illuso, sei come me.
Per saltare nel vuoto, non puoi soffrire di vertigini.
Per saltare nel vuoto, devi usare tutta la tua incoscienza.
Chiudere gli occhi e andare, o rimanere lì guardando giù.

giovedì 4 marzo 2010

Partenze

Nella stanza chiusa, ad alternanza, aria, pioggia e bruma.
Nuvole di talco, profumano ed asciugano quell'acquitrino di singulto.
La calotta gestisce ma non contiene.
La sostanza di te è dentro la mia pelle.
Le pareti traforate cadono con aliti di vento appena accennati.
Nel bel mezzo di me, si sposta l'orizzonte, assemblaggio di lune e fusione di stelle.
Intendo quel tuo interno come fosse proprio il mio.
Traduzione simultanea di pensieri che decollano.
Atterraggio immediato e partenze programmate.



martedì 2 marzo 2010

Momenti

Marroni contro.
La coppia scura sfida quella più chiara.
Intensità, e profonda luce inonda i tratti del viso scuro.
Tremore che scuote e sposta l'asse.
Linea tratteggiata che di colpo diventa fune.
Fune tesa, che torna tratteggio.
Gioco di mezze vele su distesa dell'albero che fu. La numero dodici si insinua in quella darsena, fluttuando con sentore di quisquilia.
Metà di ogni oggetto e soggetto. Rivelazione di nessuna completezza.
Solo viaggi in compagnia, tratte diverse, e vicini alternati.
Mani nude che muovono fili e stringono bisturi.
Ago e filo che rammendano.