lunedì 11 ottobre 2010

Farò Tesoro

La storia con te, ha seguito i tempi e le evoluzioni di altre epoche.
Con te, ho scoperto che l'involucro per quanto bello possa essere, è nullo senza il suo contenuto.
Ho scoperchiato la parte del tenero luccicante ed orgogliosa l'ho esposta.
Il vivere, mi ha rivelato che stare abbracciati per quaranta minuti, rigenera le cellule del prorpio interno, più di ogni altro approccio.
Ho imparato che stare insieme ogni giorno, fa crescere, ed io, ogni giorno, ho segnato sul muro col matitone blu, il mio crescere in altezza.
Ho capito che la mia assoluta libertà, negli anni non mi ha reso felice, e che invece era necesario mettere un tronco in mezzo, arginare, di avere qualcuno che dicesse, fino a qui si può andare, si può fare, oltre no.
Felice di non essere vista come bellina da collezione, fiera del riscatto dell'anima che pesa più del guscio.
Ho appreso che un "Cuore che batte in un mucchio di sabbia" si sforza il doppio.
Ho afferrato momenti sprovvisti di macchina del tempo, ho cucito uno ad uno i fili per formare la coperta sotto la quale nascondersi dal vero.
Le farfalle si sono poggiate su castagne caramellate, e la bicicletta di marzapane ha pedalato sulla corda del noi, sostando a tratti, e riprendendo spinta da vento buono.
Ma non è tutto.
Ho appreso di essere ammaliatrice di sensi, e di giocare con la precarietà della carne, dei vizi.
Accusata di attenermi a prassi e regole,ai clichè da me esplicitamente detestati e di ignorare le difficoltà, i viaggi ed i tremori altrui, basando tutta quanta la diagnosi, sulla cartella clinica del Cambiamento; affascinata dalla complessità della mistura e disinteressata alla causa del groviglio.
Bollata di egoismo. Incapace di vedere oltre le parole dette, inabile nel comprendere i fatti cattivi mossi da intenzioni buone. Indifferente alle urla dello straziante sdoppiamento ed ingrata partoriente della definizione di Mostro, di Orco.
Bè, nella battaglia delle proprie convinzioni, dove ognuno possiede un bastimento carico di proprie certezze e concetti disgregati,è arduo stabilire fra i due schieramente quale non commetta errori.
In mancanza di strategie, si pensa alla propria sopravvivenza, con l'intento di rafforzare e non ditruggere.
Ma quando la tua anima si sente ripudiata, e dai suoi colori ripulita, è facile delegare alla parola il proprio disagio.
Irriconoscibile come un volto tumefatto, stenti ad identificare ed accoppiare le parole udite alla bocca che le pronuncia. Smarrita nella strada costruita per mettere distanza, ed estranea a quella freddezza.
Non più tanto convinta del cambio di pelle, e più propensa ad un momento di adeguamento, faccio mio il concetto del Funambolo, circa l'essere anche altro, e lo tramuto decretando che lui è solo altro.
Io non mi ripulisco, non acceco e non dimentico ciò che in me ha fatto radici. Non trasformo drappi di seta in stracci cenciosi, ed esecrare non rientra fra i programmi del mio interno.
Ritengo di aver vissuto seppure non vivendo, e di aver nuotato in acque oggi alte, e domani basse.
Col dubbio di aver navigato, ripenso ai miei momenti, e di quello farò tesoro.




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