Urlare contro me e non sentire i miei stessi pensieri.
Tempi irriconoscibili, tempi ridotti, tempi smarriti.
Riconsegna del proprio sè all'intestatario di origine.
Sconto il pane con il vino, mi sbronzo alla corte del mio Re.
Scrivo cinque lettere sulla schiuma di un'onda. L'andata e il ritorno, l'alta marea. Appare e scompare il nome ed il suo esistere. Moti silenziosi e infiniti.
Rapporto dell'anima, frammenti di vita, di morte, di sogni e realtà.
Considerazione, etichetta, fama, notorietà, reputazione, gloria, nome, prestigio. Ingredienti per un pranzo frugale, triste e infinitamente falso.
Saluto da regina e sguardo perso nel vuoto dei pensieri, fra il nero della rabbia, dentro attimi di lucidicissima coscenza.
Accusare senza sapere, esecrare, maledire, disprezzare. Annichilire per migliorarsi. Forse tu, ma non queste ossa.
Una mano accucciata all'altra per proteggere quel prezioso invisibile agli occhi.
Occhi vaganti, alla ricerca di terra e di mare; zanne candide e scintillanti, forme di Vita in attesa di un Pass .
Porte chiuse, doppia mandata, salti nel vuoto e atterraggi coraggiosi.
Shhhh, silenzio. Ora parla il cuore e tu non puoi ascoltarlo.
"E' più di una brace............calda fiamma posta al di sotto di un'ampolla di temperato vetro tenuta da braccine incantate. Al suo interno fusione di zuccheri pregiati dal color caramello. Concertino alle spalle con istinto pianista e passione chitarrista. Palco di croccante cialda su nuvole soffici e spinte da soffi di petto. Note candite con ali spiegate su spazi immensi dai contorni rilegati da fili cerati......è più di una brace"
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