Paura.
Due i tipi.
La paura che arresta i movimenti.
La paura che spinge oltre i movimenti.
La prima pietrifica il corpo, gela il liquido dentro le vene. Assume peso specifico indefinibile; ti pianta al terreno con viti e bulloni di vetro. Schiaccia verso il basso; stacca i conduttori. Spegne il movimento cerebrale.
La seconda accelera il flusso, schizza al tuo interno. Solleva il corpo, annienta il peso. Spinge verso l'infinito dell'essere. Alimenta lo spirito; è un elastico: tira indietro per spingerti in avanti, ad alta velocità come il volo di un aquila.
Quel panico che sgomenta e ti annienta.
Quel terrore che eccita ed edifica.
Le ho vissute. Le ho assaporate.
Ho passato la lingua sulle labbra, le ho bagnate, ripulite dal sapore aspro della prima, e gustato il retrogusto dolce della seconda.
Strofinato il sale. Chiuso le ferite.
Lucidate. Ho fatto spazio con le mani larghe per prenderne di più.
Altalena e girotondo.
La giostra dei pensieri.
Menti ballerine.
Il soffio freddo nelle ossa.
Il teorema.
Lascio orme. Lascio impronte. Lascio il segno.
Esisto. Resisto.
Esistenza.Resistenza.
"E' più di una brace............calda fiamma posta al di sotto di un'ampolla di temperato vetro tenuta da braccine incantate. Al suo interno fusione di zuccheri pregiati dal color caramello. Concertino alle spalle con istinto pianista e passione chitarrista. Palco di croccante cialda su nuvole soffici e spinte da soffi di petto. Note candite con ali spiegate su spazi immensi dai contorni rilegati da fili cerati......è più di una brace"
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