lunedì 11 aprile 2011

Annodo fiocchi

Uno stato di attesa misto ad illusione. Conteggio al futuro, impossibile pensare a ritroso. Annego la durezza nell'etilico brillante, ogni sorso un abbandono. Lo utilizzo per smarrire la fermezza, per dissolvere la copertura naturale di ghiaccio. Mi rendo conto che il ghiaccio si è sciolto quanto il singulto raggiunge la superficie. Piango senza tregua, senza un motivo apparente. Il corpo si ribella al rivestimento. Vibrazioni prima sopite e spirito ad assaporare. Il colloquio diviene artificio, e gli impulsi si inseguono lungo i corridoi del mio interno, un tempo abitati ed ora deserti. Difficoltà nel ricordare, nel trattenere scene e sensazioni. Facilità nell'abbandonarsi e nell'accettare la fine di tutto. Le case coi mulini,le mani a cingere, ed i sorrisi complici. I miei occhi hanno visto. Il mio cuore sentito. Riesco ad immaginare le promesse che hai avanzato a te stesso. Riesco ad avvertirne il freddo elastico che le lega. Nel silenzio della tua attesa, la morte di ogni cosa. Vorrei togliere il sigillo e scoprire cosa vive sotto. Vorrei sapere se qualcosa batte o se è sabbia ad appesantire. Vorrei ma non posso, perchè nessuno concederà una possibilità a questo inutile corpo, a questa inservibile anima. Le vie, le scelte, i percorsi tracciati e le grandi manovre. Tu sei deviazione, loro vita. Come Adze, bevi sangue che non ti appartiene. Ormai il sangue è depurato ed ogni tua traccia lavata via. Annodo fiocchi che ammiro in solitudine, Abbraccio senza consistenza e conto lune dal colore sbiadito.

Nessun commento:

Posta un commento