domenica 3 aprile 2011

Sapere senza sentire

Il mio battito è regolare. La temperatura nella norma. Credo il problema siano gli occhi. Ho l'impressione che, un processo a me ancora non del tutto chiaro, li abbia nascosti dall'esposizione sfacciata di prima. Sento come se tutto al mio interno fosse rallentato. Avverto distacco e poca appartenenza. Non è una finzione, non è una strategia. Non è un mero tentativo di raggiro. Nella mia vita è normalità, tutto muta come con uno schiocco di dita. La differenza sta nel fatto che questa volta ne ho avvertito il passaggio. Ho rincorso i giorni e le attenzioni. Ho atteso venti favorevoli . Ho duellato con il tempo,con me, e con tutti quanti i tuoi Te. Ti ho dato modo di pensare il peggio di me. Come senza scrupoli, sono passata sopra, al pari di un carrarmato. Perseverato fino agli sgoccioli . Vissuto in alta definizione e attenzionando ogni più piccola sfumatura di colore. Le tenebre abitate da sogni di intrecci di mani e Poi, di colpo, il rallenty. Mi sono sentita improvvisamente come anestetizzata. Guardavo ai pensieri fino a prima sofferti, senza reagire. Non chiudevo gli occhi per non guardare, ma spalancavo e miravo fisso,senza battere ciglio. Ho vissuto le tue diapositive, quasi appurando coi tuoi occhi, insinuandomi fra le pieghe. Poi qualcosa si riaccendeva, ed una parte ricominciava a scaldarsi, a bruciare. Qualche ondata di calore, e di nuovo anestesia. Nulla di inscenato o programmato. Niente all'ordine del giorno. Ho atteso il rientro e la reazione dei miei istinti. Sarò un pensiero in meno, mi sono detta, e soluzioni alternative. L'incontro temuto, ma nessuna scossa di assestamento. Blocco totale. Riesco a parlarti senza difficoltà. Sembro sotto effetto di farmaci, consapevole tranquillità su filo spinato. Il pomeriggio prosegue a soggetto. Io sto bene, perchè non sento nulla. E si ride, si scherza con la leggerezza senza appesantire gli animi. Piccone alla mano, e il Signorino comincia i lavori. Ti lascio fare perchè non sentendo dolore, non temo. Tu che non sei un principiante scavi a denti stretti e trovi dove aprire. Mi sveglio per un attimo. Due lacrime senza sapore perchè la pelle è intorpidita e lasciapassare. La tua ricerca di conferme si incrocia con la mia. Si incrociano i corpi per provare a tasferire calore ed annientare l'effetto cloroformio. Resistenze in lotta con paure e voglie. Non si simula, si rincorre. Ma la paura di aver perduto, si arresta quando il grande manto nero appare con tutte le sue immagini, e gli scavi si arrestano, le ricerche si bloccano. Una fuga obbligata ed un viso scuro contro un corpo bianco con un sorriso in bocca. Leggo parole pesanti come macigni. Anatema. Disprezzo per sè e senso di nausea. Perdita di valori e maglia da giocatore. Ma di cosa stiamo parlando. La paura, dettata dal sentimento o da altro, è pur sempre paura. Tu non sei un giocatore, non passi vite al setaccio. Non succhi per lasciare a secco. Non sei errore, non sei sbagliato. Ci si può imporre comportamenti ma dinanzi alla paura non si può fingere. E quello che tu tanto disprezzi oggi, è l'atteggiamento che ho più apprezzato in questi ultimi tempi. Io non conosco i prossimi cambiamenti, non avverto l'odore di nuove mosse, e soprattutto non prevedo le mie reazioni. Non ho sofferto perchè sola su un divano. Non ho sofferto quel pomeriggio. Non soffro neanche in questo momento. Ma non so dire se ne soffrirò domani, e se tutto quello che ora non provo, chiederà il conto dopo. Se lo sguardo si smarrisce è solo perchè so di averti perso, senza avvertirlo. Non consco la reazione successiva e se questo corpo si riaccenderà nei sensi e nelle intenzioni. Lo scoprirò domani, il giorno dopo e l'altro ancora. Senza aspettarmi una protesta o una contromossa, ma attendendo il mio naturale agire. Per una volta saremo alla pari : pazienteremo senza conoscere cosa accadrà. Ti chiedo solo un piacere, smettila di inveire contro te. In questo momento, ho la certezza di averti perduto, ma il ricordo di quello che sei, e che abbiamo vissuto. Vorrei non dovere solo ricordarlo, ma su questo, non posso garantire, e allora attendo come te, di conoscere se un risveglio vi sarà e se il rosso tornerà a bruciare.

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