Il calendario ricorda appuntamenti fissati dal mondo. La certezza di un incontro e il fastidio di viverlo. Di viverlo come l'immaginario lo aveva raccontato.
Il suono meccanico di un telefono, la folla e la confusione mentale. Orecchio attento ed occhio vigile. Come volevasi dimostrare. Eccoci.
Una stretta di mano. Il saluto della cortesia. Il cenno che racconta educazione ed urla indifferenza. Il tempo si arresta per pochi secondi, attimi di autorizzazione per i cattivi pensieri della plebe.
Ogni intenzione viene arrestata, ogni sensazione smorzata.
Discorsi seri intrecciati a concetti di altrui manifattura.
Un "Genovese" e persino un proverbio Africano.
Uno specchio che tradisce le mie spalle.
Sguardi evitati, sguardi assetati.
Vaghi nel tempo e nello spazio con quell'aria disarmante.
Ti accompagni ai moschettieri.
Neanche un dubbio, nessuna remora a fare merenda con il tuo Giuda fra i compagni.
Frugare fra i silenzi per fare spazio alla carne. I rumori attutiti dal vuoto e le arterie pulsanti strette fra le mani. Frequentazioni ordinarie di fantasmi plasmati a nostra immagine. Frequentazioni straordinarie di Umanoidi privi di essenza.
L'essenza.......profumo di noi dentro narici altrui. Particelle miscelate per rivivere all'interno di qualcuno che non è il nostro interno.
Mi allontano da una irreale scena.
Mi abbanodomo a quel sorriso bianco e stupendo, estasi ed abisso. E' ora di andare.
"E' più di una brace............calda fiamma posta al di sotto di un'ampolla di temperato vetro tenuta da braccine incantate. Al suo interno fusione di zuccheri pregiati dal color caramello. Concertino alle spalle con istinto pianista e passione chitarrista. Palco di croccante cialda su nuvole soffici e spinte da soffi di petto. Note candite con ali spiegate su spazi immensi dai contorni rilegati da fili cerati......è più di una brace"
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