domenica 31 gennaio 2010

Amaca Agitata


Giornate piene. Pensieri che pesano e trascinano.

Troppe discussioni.

Ho tentato di spingerti laggiù in fondo, nell'angolo vicino al piede, ma dopo tre secondi ti ho ritirato su, ti ho riacciufato, in quell'angolo non eri tu. Ti ho rispalmato lungo tutta la mia superficie interna.

Ho avuto modo di riflettere. Pensieri seri. Pensieri adulti.

Ho depurato la mente da quelli passionali, da quelli goliardici, dai pensieri superficiali della carne, per dedicare il tempo ad altra tipologia di pensiero.

Mi sono adagiata con delicatezza su quell'amaca appesa ai due tronchi, che sono le nostre persone, e lavorata a trama intrecciata, fili di incanto e realtà, ho lasciato che il vento dell'anima dondolasse l'amaca e mi cullasse insieme ai miei amici dubbi, le mie confidenti preoccupazioni, e le vicine paure.

Mi è giunto all'orecchio, che il tempo è il mio nemico. Che non ho pazienza, che punto dritto la preda, il bersaglio, sparo e vado via. Niente di più vero.

Non guardo attorno, non mi concentro su quello che circonda, devo andare, puntare e sparare. Testa ferma, sguardo dritto.

Il vento mi agita, il primo dondolìo mi culla verso destra, è quello che racconta dei miei atteggiamenti sbagliati, delle pretese assurde; mi dice che una settimana di discussioni e malulori, è stata la conseguenza di questo; continua dicendo che se sò e sono consapevole dei miei limiti,di quello che non mi può spettare, allora perchè rimarcare, ritentare, mettendo in difficoltà, e concedendo la possibilità di creare nuove e vecchie tensioni, dando modo di usare la negazione come tormenta ghiacciata.

Il secondo dondolìo, mi culla verso sinistra. Mi parla dei dubbi che nutro sul tuo Amore, mi porta indietro, al concetto "non convenzionale", mi racconta e accende deboli certezze. Con voce ferma, mi ricorda che tu non usi mai parole a caso, che non unisci lettere e vocali per gioco, e che qualunque cosa detta, ha fondamenta, ha quel senso specifico, non interpretabile, non opinabile; e allora se parli di Amore, trattasi di Amore. E allora pongo domande sul modo di Amare: la risposta è che, tu mi Ami, solo che non condividi l'amore per me, con me, ma lo condividi con te stesso. Tu lo senti, tu lo conosci, ti riscaldi, e ti riempi. Mi ami con te stesso, mi ami lontano da me.

Il vento rinforza, adesso la mia amaca si muove in modo agitato.

Vuole scrollarmi di dosso il senso di gelo. Soffia calore, vuole che io metta i piedi sulla sabbia, giù lungo il deserto di parole. Devo ricominciare a muovermi, e non rimanere immobile a guardare con freddezza che tutto si muova davanti a me. No, devo ricominciare ad usare gli arti.

Troppo forte questo vento, mi butta giù dall'amaca.

Aspetto.

Magari una mano mi aiuta, e risaliamo in due sull' amaca agitata.

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