sabato 20 marzo 2010

Ubriaca (....)

Ieri mi parlavi del desiderio di voler abbattere la percezione del tempo e dello spazio. Oggi vi è stato un momento, in cui la gente attorno non esisteva, eravamo io e te. Io, te e i nostri discorsi. Occhi chiaccheroni, sguardi traditori, lanterne illuminate meravigliosamente. Difese annullate. Abbiamo parlato con la libertà che solitamente non ci appartiene. Quotidianità insolita, tempi lunghi sfruttati al massimo.
Ti ho assorbito in questi giorni, ho tentato di prendere il più possibile della tua meravigliosa essenza. E come sempre, faccio mio tutto di te, buonumore e malumore, ansie e allegria, distacco e vicinanza. Ho percepito quel senso di fastidio, rabbia e competizione misto ad ammirazione ed affetto che sono certa tu abbia provato in un determinato momento.
Ho sentito la tua voglia di me, che in realtà è voglia di noi.
Poi le tue domande, una definita "scema", ma che di scemo aveva poco, e di pensato molto.
Ho sperimentato la tua vicinanza, il camminare uno accanto all'altro, ho amato le tue accortezze e le attenzioni.
Un susseguirsi di flùte. Mandavamo giù, e tiravamo fuori le parole ben riposte. L'alcool non si impadroniva di me, ero ubriaca sì, ubriaca di Te.
Le tue mani calde e delicate, hanno stretto le mie e trasmesso la loro forza e passione. Comunichiamo con due dita alle spalle del mondo.
I baci tanto attesi, minuti di conversazione fra corpi tremanti.
Voglio provare a disinserire quel codice di protezione che frena me e limita il tuo studio.
Voglio provare ad annullare il processo immediato di attacco.
Io ci provo.

Nessun commento:

Posta un commento