Saltello dall'ultima me fino alla prima, alla ricerca della me seppellita dai macigni ma ancora sanguinante e dolorante.
Sfrego fino a sbriciolare il più granitico degli scudi.
Il rumore nella testa intralcia il mio operato; baraonda senza tregua, assistenza ai pensieri creduti remoti, e adesso rivalutati.
Piedi uniti verso un balzo distante e luogo sperduto.
Ho scalciato e fatto spazio, illudendomi di possedere nuova manifattura.
Ho respirato nel profondo per entrare nell'abisso del mio interno e pescare sabbia umida.
Luoghi deserti, protaganisti dileguati.
Orme impresse ma nessuna arsura ad abracciarle.
Intimo azzannato, e brandelli svolazzanti.
L'eclissi della tua persona e il bagliore del ricordo, fenomeni naturali ma di una natura non appartenente alla propria indole.
Acconsento senza contenere e accolgo senza ricevere.
Riconosco la mia verità e mano nella mano, iniziamo a camminare.
Giunta alla prima di me, trovo l'alcova cosi come ricordavo, identifico clessidre e perfezione e mi accuccio nell'angolo meno freddo in attesa che gli scudi mi nascondano.
"E' più di una brace............calda fiamma posta al di sotto di un'ampolla di temperato vetro tenuta da braccine incantate. Al suo interno fusione di zuccheri pregiati dal color caramello. Concertino alle spalle con istinto pianista e passione chitarrista. Palco di croccante cialda su nuvole soffici e spinte da soffi di petto. Note candite con ali spiegate su spazi immensi dai contorni rilegati da fili cerati......è più di una brace"
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