venerdì 13 novembre 2009

Il tradimento del 13

Sono tornata in ufficio. L'ho fatto con la testa bassa e quella scatola fra le mani. Ho riportato il pigiama, quello pensato e acquistato solo per Te, e l'ho lasciato li, dentro quell'armadietto, cinto stavolta solo dai miei pensieri e da nessun nastro di seta.

Nella mente si susseguono i discorsi e le parole dette si rincorrono. Flash back di un pomeriggio amaro. Come l'amaro che sento nel cuore, come la sensazione di vuoto che mi induce a pensare che forse sono solo un guscio, perchè l'interno non lo sento.
Io, pratica e lucida, quella forte che non programma....e poi aspetto che una giornata,un numero, mi cambino le prospettive per 24 ore..... mio caro numero 13, questa volta hai sferrato un colpo basso da vero professionista.

Spiazzata. Piegata.

Lo sapevo. Ero a conoscenza che il momento sarebbe arrivato, e magari ne sentivo l'odore. Non ero pronta però, non ero pronta.

Ho gli occhi color miele. Sento che dentro il liquido sta salendo.,Sento che ti ho perduto. Che la corda è stata ritirata, la mia corda. Sento che il funambolo cammina da solo, che ha attorcigliato la corda, e l'ha chiusa nel cassettino a sinistra dell'anima. Conservata, va bene, ma sempre chiusa e non più usata.
Guardo quel disegno da me iniziato, ed ora da Te finito. Vedo tutti i colori della tavolozza ordinati e ben distribuiti. Non c'è più il miscuglio, non c'è più spazio per gli esperimenti. Come già sapevo, come mi dicevo, come ripetevo e predicavo dentro me.
Sono Costretta ad accettare la tua scelta. Obbligata a non ribellarmi,priva di potere decisionale.
Penso e mi dico che forse il mio impèto, quella mia dannatissima forza che schiaccia persino me, ti ha spaventato, ti ha soffocato; Continuo a pensare e dico, che forse non ero poi così importante, e che è stato più semplice chiudere che continuare, meglio non rischiare, non concedersi mai.
Era quello il momento perfetto per aprire gli occhi e tornare alla realtà?
Era quello il modo di farlo?
Era quello il giorno ?
Tutto è franato nel giro di pochi attimi. Dalla fusione al distacco. Vicinanza e subito separazione.
Forse ce l'avevi nel sangue, forse eri proprio arrivato al limite.
Ma poi, cosa pretendo....forse, hai fatto pure troppo per me.
Il mio amico Fato si è preso gioco di me, del mio giorno, mi ha tirato un bel colpo.
Tra la realtà e l'illusione scelgo te, il mio amore mio, cielo stellato, bicicletta adorata, non dimentico gli attimi lunghissimi,i giochi,lle parole, Io non mi dimentico di Te.
E ora vedo gli artisti preparare le valigie di cartone, piegare i costumi di scena ricchi di paillettes, sistemare gli attrezzi, e andare via. Il trapezio dondola senza nessuno sopra. La scimmia è in gabbia, e guarda il mondo dalle sbarre. Il primo comico,si tira su le maniche della giacca rossa e stacca quel faro puntato sul palco che penzolava da tempo.
Si ritirano di buon'ordine.
Mi chiedo se è quello che vuoi veramente.
Mi chiedo se hai pensato per un attimo di stringermi e portarmi via.
Mi chiedo se hai fatto come me, se ti sei collegato anche solo un minuto, oppure hai messo in pratica la Senior Volontà.
Ma a cosa serve chiedere.
A cosa serve scrivere.








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