sabato 21 novembre 2009

La Candela Spenta

Do' luce alle lanterne intorno alle 09, per via del telefono, che rompe il silenzio del mio riposo. Il cervello è rimasto vigile dal giorno prima. Inizia questo sabato mattina con le solite strane sensazioni.
Numeri sconosciuti sul cellulare, chiamate poco gradite.
Rifletto su questo ciclo di vita vissuto.
Ricordo vagamente le parole scritte ieri sera, ricordo però con lucidità le sensazioni avvertite mentre le mie dita battevano sui tastini della tastiera. Credo di essermi svegliata durante la notte, e di aver controllato il pc ancora in dormiveglia. Ho confuso la realtà col sogno. Ma ora sono quasi certa fosse un sogno.
C'è sempre quella donna che si insinua e vuole sapere, si preoccupa e interroga, senza avere da me alcuna risposta. Mi ha detto che l'hai chiamata, che sei poi passato, e che avete parlocchiato. Perfetto, Ottimo direi.
Magari avevi bisogno di fare anche quello ieri.
Io mi sto studiando, mi sto analizzando, e non capisco ancora cosa effettivamente mi turbi.
Mi hai ripetuto tante volte, che ti ho salvato in un momento di grande sconforto. Mi hai detto che ti sono dentro, che ti manco nelle ossa, che non sono un pensiero, che avresti voluto vivermi.
Abbiamo scritto parole infinte, immense, grandi e importanti. Mi hai pangrattato. Ti sei riempito di me.
Allora mi chiedo, come mai adesso non ti lasci aiutare da me, forse non sono più in grado di farlo?
Come mai la ricerca di te, coincide con l'esclusione totale di me.
Posso solo immaginare la tua delusione, la rabbia di non poter fare molto per cambiare il destino se lui si è già messo quell'abito li. Capisco che ora sia il momento di fare il coraggioso, di trasmettere forza a chi di questo progetto ha fatto scopo di vita,capisco i salti mortali con avvitamento carpiato del cuore,capisco che tutto questo è importante, troppo importante per trovare tempo e voglia di dedicarsi a me.
Ieri ti ho avvolto, ho tentato di trasmetterti la mia forza, il mio amore, e il coraggio.
Ma poi, ti guardo, guardo quegli occhi e vedo la durezza dentro.
Leggo rabbia mista delusione, vedo lanterne annegate, la terra scura è bagnata, l'insofferenza per i tuoi stessi discorsi, i tuoi stessi pensieri. Sei concentrato su di te, rimugini sui perchè e i per come, sul dopo e sul cosa sarà.
Mi sono sentita la tua luce, mi sono sentita "MIA", mi sono sentita ancòra e terra felice, pensiero vagante o meno, ma pensiero. Ora La candela è spenta. Hai soffiato sopra.
Vorrei conoscere i tuoi pensieri più intimi, i più nascosti.
Vorrei del tempo, vorrei accenderti.
Vorrei tanto, vorrei il giusto, vorrei non avere queste brutte convinzioni che oggi mi fanno compagnia.
Vorrei il giorno dopo fosse migliore del precedente, perchè questi vissuti non sono i miei.

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