mercoledì 8 settembre 2010

Quel Fiore Rosso, Fra Mille Gialli.

Nei miei pensieri, mi considero come un cucchiaino, pronto a cogliere tutta la tua polpa.
Mi vedo altissima e con spalle larghe, e tu, piccino senza indumenti.
Pesco in un ghiacciaio con una bacchetta sottile ma resistente.
Nel mio secchiello placcato di vita, raccolgo il risultato di lunga attesa.
Al mio fianco, passeggero silenzioso accompagna la mia fermata.
Raduno i miei attrezzi, percorro la passatoia e lancio in caduta libera su distesa abbagliante di sale.
Le parole si inceppano su meccanismi spartani.
Precedenza al facilmente dicibile.
All'improvviso, disorientamento e perdita di equilibrio.
Luce gialla su pensieri neri.
Imeneo fra anime alla ricerca del loro cucitore, e nocciolina di filo avvolta nel suo verso contrario.
Squadra di dieci lunghi soldatini pronti ad unirsi in barriera ed ospitare le morbide altrui carezze.
Vorrei riuscire a condurre l'immobile veicolo nel tuo intervallo di pace.
Accorro a bere aria liquida ed innietto coraggio nelle sottili arterie svuotate.
Il vento mi spettina, ma tu mi proteggi.
Afferro ogni sospiro che da me non proviene e mi allineo al suo ritmo per non perderne il segno.
Al di là di un vetro rincorrersi di leggere ombre, bianche alla nascita, e ingrigite a chiazze per l'inaspettato ricevuto.
Fuori dal mondo si susseguono giorni dispari ed incontri fra sapori di artisti.
Ammirare con mani pregne e raccogliere con occhi carichi.
Germogli di amori nell'apprenza acerbi, e mani a proteggere quel fiore Rosso, fra mille gialli.


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